sabato 25 ottobre 2008

Ultimo spicchio prima del Novilunio, in Bilancia

La signora Rosi si presentava a tutti scusandosi per la nudità della casa e per l'odore di minestrone; era sposata da cinquant'anni e da cinquant'anni tutte le sere suo marito le faceva cucinare il minestrone, ed erano cinquant'anni che la signora Rosi ripeteva questa solfa, ma con l'inflessione di una grande attrice: riusciva a trasmettere la monotonia di cinquant'anni di minestrone eppure sembrava che stesse svelando un segreto inconfessato, e appariva allo stesso tempo divertita e seccata.

Indossava sempre uno scamiciato da lavoro, solitamente a fiorellini, di quella stoffa e di quella stampa in cui ci si aspetta sia fatto lo scamiciato di una sartina di paese, smanicato d'estate e lungo d'inverno, ma difficilmente la signora Rosi non aveva le maniche rimboccate. Aveva tanti capelli grigi - non bianchi: grigi, come le gambe di ferro del vecchio tavolo della cucina, folti ma composti, esattamente il genere di capelli che ci si aspetta da un carattere risoluto che non ha mai realizzato nessuna delle sue ambizioni e le ha affogate nel minestrone.
Uno dei due occhi era di vetro, ma solo i clienti verso cui sentiva una particolare predisposizione venivano iniziati a questo mistero, che tuttavia rimaneva tale: la signora Rosi non aveva mai commesso l'imprudenza di portare l'indice verso un lato o l'altro del viso; piuttosto guardava da dietro gli occhiali scesi sulla punta del naso e spingendo il mento verso il basso, quasi in un gesto di sfida. Di solito comunque i clienti non chiedevano quale, ma come mai, per quella sorta di stupido formalismo che impedisce qualunque vero contatto tra due persone e costringe al triste teatrino del
"come va?" - "tutto bene, grazie"
un modo perfetto per interessarsi nel più totale disinteresse.
Così, con quel come mai la signora Rosi poteva abilmente glissare di volta in volta sulla disgrazia del suo occhio, rispondendo a piacere con
"oh, è una brutta vecchia storia"
o "non ricordo, è stato tanto di quel tempo fa"
oppure ironica: "sa, un giorno m'è caduto".
Solo i bambini chiedevano quale, e lei allora si chinava abbassando gli occhiali e ribattendo
"tu cosa ne dici?"
Spesso i bambini rimanevano interdetti nel vedersi rispondere con la loro stessa arma, l'impudenza; altri, sfacciati, azzardavano un questo, ma allora subito la madre sbottava un po' imbarazzata in un
"ma no bimbo, non si fa, non si dice!"
esattamente come previsto dalla signora Rosi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

la mia macellaia veste pantaloni gialli Versace della "horror era" ovvero quel periodo fra la morte di gianni (prima invece..........) e l'autunno inverno 2006. è un segreto altrettanto orrendo?

Anonimo ha detto...

sono quasi commosso. ma stai parlando della graziosa sartina che mi ha accorciato la giacca e imbottito i cuscini?
baci

Anonimo ha detto...

"Aveva un occhio di vetro ed una gamba di gesso a me piaceva lo stesso perché sapeva baciar"

When the Robins Came... ha detto...

la conosci?

la zitella illetterata ha detto...

andré: chi è la sua macellaia, alessandra mussolini?
patatejro: proprio lei. che figa, eh?:)
m: la signora rosi non bacia mai i clienti, come pretty woman
monica: un vero onore

Anonimo ha detto...

Geniale. L'ho letto tutto d'un fiato.