domenica 7 giugno 2009

Luna Piena in Sagittario. Nessun lampo all'orizzonte

Gabrielle

Coco avant Chanel
non è un film particolarmente degno di nota, né bello, né profondo. Racconta la vita di Coco prima della moda; una vita, almeno per come la descrive il film, non particolarmente movimentata, ma forse questa è un'impressione di chi guarda il film sapendo cosa sarebbe successo a Coco dopo.
A dispetto di questo e dell'inevitabile storia d'amore che domina la narrazione e la resa robotica di Audrey Tatou, che ha principalmente il merito di somigliare sì e no all'originale, si riesce a percepire chi era Coco. Personalmente ritengo che non fosse così figa di legno come Audrey (dev'essere il glamour commerciale di questo nome) ma decisamente più ruspante; eppure riesce ad emergere la visione anticonformista di questa donna. Una visione quasi profetica, così illuminante da riuscire a definire non solo i canoni di uno stile senza tempo, ma anche l'apice concettuale della moda del XX secolo e di questi primi disordinati anni del XXI, delineando non solo uno stile ma una tipologia di donna. Anzi: l'archetipo della donna contemporanea tradotto in termini pratici, e non sto parlando di perle false né di borsette trapuntate né di profumi.
Quell'archetipo era Coco stessa, Gabrielle che, mi piace pensare, preferiva a quel ridicolo soprannome l'epiteto che meglio la distingueva, come una donna che bastava a se stessa - lo chic di tutta una vita e un pensiero, in un nome: Mademoiselle.

martedì 2 giugno 2009

Terzo quarto di Luna; Festa della Repubblica (Privata)

Il vicino tamarro

Il buon vicinato è un grande esempio di civiltà, quindi è raro.
A parte l'altrettanto raro caso del potersi permettere di comprare gli stabili adiacenti al proprio, o affittare gli appartamenti sopra e sotto a quello dove si vive, bisogna rassegnarsi ai vicini alla stregua di come si accettano i genitori: non li abbiamo scelti, ma ce li teniamo.
Vero è però che se un genitore rappresenta un coinquilino più o meno bene accetto, di cui nella maggior parte dei casi ci si libera raggiunto l'agognato traguardo dell'indipendenza (vera o presunta tale), un vicino è un'incognita variabile impazzita dalle conseguenze imprevedibili.
Certo non sempre: ci sono vicini che sono discreti anche quando l'ambulanza li viene a prelevare nel cuore della notte per un malore, così discreti che non si permettono nemmeno di fare presente che sì, avevano effettivamente visto un individuo sospetto aggirarsi nei paraggi proprio il giorno del furto in casa vostra, ma non hanno detto nulla per non disturbare.
Questo, chiaramente, non è buon vicinato, ma è senz'altro meglio che avere un vicino tamarro. Costui è solitamente un ragazzo vicino alla trentina, scapolo; la pancia gonfia di birra, il gel nei capelli, gli occhiali a mascherina, il vicino tamarro annuncia il suo arrivo nella via con la musica (tamarra, ça va sans dire) che esce dai finestrini abbassati della macchina, modello sportivo, che egli parcheggia spesso e volentieri in divieto di sosta. Dopodiché entra in casa, spalanca le finestre e accende la tv, ovviamente ad un volume che consenta a tutti gli altri vicini di non avere dubbi su quello che lui sta guardando. La tv rimane accesa anche a sera inoltrata, anche durante la settimana, anche presumendo che egli si alzi presto al mattino per andare a lavorare. Se la tv viene spenta prima del solito, significa che il vicino tamarro s'è portato a casa una ragazza, come testimoniano, sempre a finestre spalancate, il ritmico cigolio e i gemiti in dolby surround.
Capita, grazie a favorevoli congiunzioni planetarie, che egli si degni di fare le pulizie, raccogliendo famiglie intere di micetti (fam. per palle di polvere) che poi vengono gettate dal balcone sui fiori di quello di sotto - libera interpretazione del concetto di raccolta differenziata. Il balcone, oltre a fungere da trampolino per schifezze varie, ospita dei panni messi a stendere e poi dimenticati lì, sotto pioggia, vento, grandine, fulmini e saette, e due vasi di marijuana che prendono beatamente il sole tutto il giorno e che egli cura con straordinaria dedizione, suscitando l'invidia dei vicini per il suo pollice verde.