domenica 31 agosto 2008

Dalla Piccola Enciclopedia d’Igiene Sessuale del Dott. Seraine [Ed. Giachini; all'interno del volume non compaiono né l'anno della prima pubblicazione né delle ristampe, ma può dare un'idea della datazione il prezzo impresso sul retro: L. 400]

I due sessi – uomo e donna, maschio e femmina – sono portati dall’istinto sessuale, che è un impulso naturale, ad unirsi al fine di conservare la specie.
Questo istinto, che ha una così grande parte nella vita morale e fisiologica dell’uomo, lo contrassegna interamente con la sua impronta, a seconda della forza o della sua debolezza. Esso ha un’influenza benefica o perniciosa derivante, nei limiti della natura, da una legittima soddisfazione o dall’abbandono a se stesso. Anche la funzione genitale sottostà alla stessa legge, perché è chiamata a concorrere alla conservazione della specie.
Ma mentre negli animali questa funzione è disciplinata da una regola stretta e invariabile, ché altrimenti sarebbe stato messo in pericolo il perpetuarsi di qualche razza, la natura ha concesso all’uomo il libero uso, quasi volesse onorare così l’essere raziocinante. Così, mentre negli animali il tempo per l’amore ricorre a periodi fissi e di massima una volta l’anno, l’uomo può valersi della potenza sessuale in qualsiasi momento.
I due sessi sono guidati dall’istinto sessuale secondo logiche peculiari rispettivamente al maschio e alla femmina: per il maschio si parla di necessità, per la femmina di voglia. Dalla dicotomia di questi due princìpi deriva gran parte della letteratura, del teatro, dell’arte e in pratica la serie completa più il film di Sex & The City.
Il più delle volte, l’ultima delle cause da cui scaturisce l’atto sessuale è la procreazione. Generalmente, si fa sesso per: piacere, favore, noia, senso del dovere, senso di colpa, soldi, salire nella gerarchia aziendale, diventare valletta, eccesso di alcool e/o sostanze stupefacenti, moda, dislessia del “no”. A queste macrocategorie sono riconducibili in sostanza tutti i motivi che causano l’atto sessuale – tutti tranne la continuazione della specie. Chi fa sesso perché teme per la sopravvivenza della razza umana è uno sprovveduto.
Il fatto che, a differenza degli animali, l’uomo copuli in sostanza tutto l’anno, deriva semplicemente dal fatto che tutte le motivazioni sopra elencate non possono certo risolversi in un unico amplesso annuo; anche perché questo significherebbe vivere in un sistema quiescente per tutto il resto dell’anno, poiché, come si può facilmente dedurre, il sesso è uno dei motori del mondo.

Con il risveglio della vita sessuale nasce il pudore, che è una caratteristica della nostra specie e ci distingue dagli altri animali. […] I giovani prendono le note caratteristiche del maschio, con la pelle meno bianca, i capelli più ruvidi, i muscoli più sviluppati, e la fisionomia diventa più seria, virile. Anche gli occhi si fanno più vivi e ardenti e la prima barba sostituisce la lanugine. Si aggiunge inoltre lo sviluppo del cervelletto, la cassa cranica aumenta di capacità e misura, anche in relazione agli studi e all’intensità del pensiero, il sistema osseo termina di crescere in altezza, la laringe cambia di calibro, la lingua diventa più larga. A loro volta gli organi genitali acquistano in volume l’efficacia necessaria per le loro funzioni: i testicoli ingrossano del doppio e operano la secrezione degli spermatozoidi; il pene assume una grossezza proporzionata e diventa suscettibile di erezione, mentre lo scroto prende un colore bruno.
Il pudore è quel processo per cui i maschietti smettono di correre in spiaggia col pisellino al vento, mentre le femminucce indossano il loro primo bikini. In particolare per queste ultime, però, non è una regola fissa, giacché molte bambine insistono col voler indossare il due pezzi già a 6 anni. In questo caso la madre accorta opererà in silenzio e attentamente, affinché la figlioletta di lì a qualche anno non diventi malafemmina, o meglio zoccola.
Si riduce essenzialmente a quanto descritto il concetto di
pudore, ormai considerato agé come il concetto di buon gusto, discrezione, dignità. Infatti Paola Perego è ancora a piede libero.
Lo sviluppo sessuale del maschio in sostanza non è cambiato, solo il Dott. Seraine ha virato un tantino verso la descrizione dell’abominevole uomo delle nevi: mi sento di dissociarmi da caratteristiche come i capelli ruvidi, la lingua larga, lo scroto bruno; quest’ultimo in particolare mi causa un certo ribrezzo, e anzi consiglio a chiunque si stia controllando le palle in questo momento di correre dall’andrologo qualora queste siano effettivamente marroni. Correte, a tutta birra.
Ci sono altri particolari non meno inquietanti o degni di nota che il Dott. Seraine descrive con allarmante placidità:
1 –
la fisionomia diventa più seria. Difficile trovare un adolescente che non abbia, in maggiore o minore misura, la faccia da coglione. Ad alcuni, terminata l’adolescenza, non passa.
2 –
gli occhi si fanno più vivi e ardenti. Diretta conseguenza del primo punto: difficile trovare un adolescente che non abbia, in maggiore o minore misura, lo sguardo da triglia. Forse però il Dott. Seraine intendeva dire, con quei “vivi” e “ardenti”, che con l’adolescenza il maschio conosce il suo unico, grande pensiero fisso: scopare. Ne consegue un “vivo e ardente” sguardo da assatanato.
3 –
la cassa cranica aumenta di capacità e misura, anche in relazione agli studi e all’intensità del pensiero. Cazzate. Interessante però il legame tra misura e intensità; viene da chiedersi se il Dott. Seraine considerasse questo binomio valido anche per quanto riguarda altre misure e altre intensità.

Ho tralasciato alcune osservazioni, ma sono di natura sì densa e corposa che ne rimando la trattazione ad un post interamente dedicato. Al pene, of course.

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