domenica 22 marzo 2009

Luna calante, in Acquario. Equinozio di Primavera

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Non c'è niente di nuovo sotto il sole. Nonostante la tanto millantata crisi - basta! - Parigi mantiene il suo profilo couture - scelta di dubbio gusto, forse, ma inevitabile: non si può fare una sfilata troppo vendibile, altrimenti si fa Milano. Sotto questa luce risulta molto azzeccata la scelta di Marc Jacobs, che sovraccarica di anni '80 le sue sfilate creando un effetto boomerang che annulla qualunque guizzo di modernità - e per quanto l'eccesso sia nel suo caso una scelta consapevole, risulta troppo spesso più camp che kitsch.
Les autres giocano a copiarsi a vicenda, come del resto a Milano, senza risultati particolarmente degni di nota. Non delude però Dries Van Noten, che dopo una magistrale sfilata uomo presenta una donna così fresca e leggera da essere quasi primaverile, se non altro nei colori - il degno contraltare di quella frocia orrenda di Marc Jacobs.
Sgomento alla Maison Martin Margiela - o la sfilata è così avanti che non potremo capirla se non tra un paio di stagioni, oppure lui non disegna più - più probabilmente.
Chi non perde un colpo però è sempre Rei Kawakubo per Comme Des Garçons, che porta sulla passerella il nuovo trend - no, non le spallone, non i drappeggi, non i '40 né gli '80. La Kawakubo fa sfilare il volume post-Balenciaga, vale a dire dopo questi ultimi 3/4 anni di forme a uovo, gonne a palloncino, spalle a rubinetto, culi a padella e chi più ne ha, più ne metta. L'insopportabile volume a tutti i costi finalmente si sfalda, si squarcia e si riadagia sul corpo come un arazzo (vedi infatti i cappotti dagli jacquard arabeggianti), usandolo come un appoggio e scoprendo la dualità del davanti-dietro, di cui la Kawakubo elabora alcune delle potenzialmente infinite derivazioni - la stessa che già Miuccia suggeriva a Milano negli spacchi dei cappotti e dei vestiti di pelle laserata.
Quanto ci metteranno gli altri ad afferrare il concetto?

1 commento:

Gabriele Valerio ha detto...

Sarebbe molto bello guardare quello che guardi tu e pendere dalle tue labbra. Io so già che sono d'accordo con quello che dici e dirai.
Tuo piccolo fan,
G.