domenica 21 dicembre 2008

Solstizio d'inverno. Ultimo quarto di Luna, in Bilancia

La festa di San Giovanni e il solstizio

Il 24 giugno cade la festa di San Giovanni che, fin dal Medioevo, è diventata una delle più popolari dell'Occidente non tanto per la devozione al Battista, quanto perché coincide con i giorni solstiziali che nelle nostre tradizioni sono stati ritenuti un periodo sacro, di diretta comunicazione fra il visibile e l'invisibile grazie al sole che raggiunge nel cielo la sua massima declinazione positiva. Midsummer day, giorno di mezza estate, lo chiamano gli inglesi perché lo considerano il cuore dell'estate nonostante sia appena cominciata. Ma effettivamente i giorni solstiziali segnano il punto centrale del periodo in cui il sole percorre la parte settentrionale dello zodiaco celeste, trionfando nel cielo.
Ci si domanderà perché questa festa solstiziale non abbia coinciso con il vero e proprio solstizio: anticamente in Occidente, prima che i Caldei e gli Egizi ci insegnassero la loro scienza astronomica e astrologica, si festeggiava come solstizio il giorno in cui si constatava a occhio nudo che il sole aveva invertito la sua marcia nel cielo, sia in dicembre quando si era leggermente rialzato sull'orizzonte - e precisamente il 25, celebrandolo come Natalis Solis Invicti - sia in giugno quando intorno al 24 incominciava a declinare. In quelle date i cristiani inserirono accortamente due solennità importanti, il Natale del Cristo e la festa di San Giovanni Battista; la seconda festa assunse così molte caratteristiche di una tipica tradizione precristiana [...]

Con l'avvicinarsi delle feste natalizie si avverte per le vie un'atmosfera elettrizzata, un desiderio di vacanza, di giochi, di incontri, di pranzi e soprattutto di regali. Qualche moralizzatore l'attribuisce alla smania di consumi che sarebbe indotta artificialmente da chi ha interesse a rastrellare la provvidenziale tredicesima. C'è invece chi ne critica l'atteggiamento poco consono alla festa cristiana, se non addirittura neopagano.
In effetti questa atmosfera non si ispira certo al Natale cristiano se non per una coincidenza di date; è dovuta invece al radicamento nella psiche di archetipi che originano comportamenti costanti in occasione delle feste che chiudono un ciclo e ne aprono un altro segnando la fine di un anno e l'avvento di uno nuovo (si pensi ai regali in occasione dei compleanni, ndb): comportamenti che esprimono la volontà conscia o inconscia di un totale rinnovamento [...]
Nei periodi di passaggio da un anno all'altro, come già si è spiegato, si sono sempre svolti riti e cerimonie di purificazione e di espulsione di demoni con lo scopo di sopprimere il passato con i suoi drammi, mali e peccati. E per mimare il caos della fine, la fusione di tutte le forme nella vasta unità indifferenziata, si manifestano comportamenti orgiastici e intermezzi carnascialeschi fino al rovesciamento dell'ordine normale. Nella Roma antica questo periodo cominciava con la festa dei Saturnali [...]
Oggi a Natale sono scomparsi i comportamenti carnascialeschi dei Saturnali mentre è più viva che mai l'usanza delle strenne che i Romani offrivano il primo dell'anno, in un periodo collegato al rinnovamento annuale. Nell'antichità le strenne erano costituite da rametti di una pianta propizia che si staccavano da un boschetto sulla via Sacra, consacrato a una dea di origine sabina, Strenia, apportatrice di fortuna e felicità [...] Poi, poco a poco, si chiamarono strenae anche doni di vario genere e addirittura monete.
La strena è dunque l'antenata, per così dire, dei regali di Natale, detti appunto strenne, e anche delle mance natalizie. Queste ultime furono così cristianamente interpretate in epoca barocca: "Suol darsi la Mancia in queste santissime Feste di Natale in memoria della gran liberalità del N. Sig. Dio, il quale diede se stesso a tutto il mondo, e in memoria di quella gran Mancia della Pace, che dagli Angeli nella Natività di esso fu data e annunciata in terra a tutti gli uomini e per caparra ancora del preziosissimo sangue ch'egli era per cominciare a spargere nel giorno della Sua Santissima Circoncisione, il quale doveva poi versare affatto nella sua Passione sul duro legno della Croce".

da A. CATTABIANI, Lunario, Mondadori

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio vero che del maiale non si butta via niente.

la zitella illetterata ha detto...

"niente di niente":)
(NB password di blogspot: "ambotidi")

Anonimo ha detto...

ciò infine dà un che di sacro alle mance che i miei parenti mi danno per comperarsi il mio affetto senza sforzarsi minimamente di farmi un pensiero gradito e ricercato con un regalo apposta per me.
Non lo chiamerò più vile, bensì sacro denaro. I miei parenti rimangono cmq delle merde.