domenica 1 febbraio 2009

Luna crescente, in Cancro. Nevica

I want to break free

Mestizia. Questa, in sostanza, la sintesi delle sfilate milanesi per l'uomo dell'inverno prossimo. Sarà la crisi, una quasi totale assenza di idee e il trend dominante sulle passerelle - a parte doppiopetti ovunque, una generale normalizzazione, che penalizza la già poco vivace dinamicità della moda maschile.
A Milano spiccano i soliti: Prada e Jil Sander, punto.
A Parigi, qualche sprazzo creativo in più - a volte anche troppi. I nomi, sempre quelli: Lanvin, Raf Simons, Yves Saint Laurent, Dior. Scivolone imbarazzante per Riccardo Tisci, belle e impossibili Comme Des Garçons e Yohji Yamamoto. La migliore, impeccabile: Dries Van Noten.
Altro giro altra corsa, questa settimana era di scena l'haute couture, almeno per modo di dire. Chanel interminabile e un po' troppo collezione bianca di Valentino; Valentino un po' troppo "L'alba dei morti viventi"; Givenchy un po' Versace, Gianni; Dior e Lacroix solita roba; Gaultier bella, quando copia se stesso; Giorgio Armani Privé dà a tutti noi un buon motivo per vestirsi H&M e andarne fieri.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

permettimi un accorato :"GIORGIO,MA CHI TE SE N'CULA!!??"

la zitella illetterata ha detto...

intendi "a parte uno squadrone di manzi ventenni appositamente addestrati"? :)

Anonimo ha detto...

Povero Giorgio, qualcuno ha ancora il coraggio di sbeffeggiarlo (dopo l'affronto di Dolce&Gabbana), adesso che fa anche la campagna animalista su Mediaset e ci riempie er core di bontà?
E per collegarmi alla fine del suo post, le vetrine di Zara sono uguali a quelle di Armani. O meglio, le vetrine di Armani...
*JSP*